DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Su Maria e i tempi ultimi. Una chiacchierata con Rosanna Brichetti Messori





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Rosanna Brichetti, moglie di Vittorio Messori, ci spiega il suo rapporto con Maria e ci dice la sua sulla fame di profezie, messaggi, apparizioni che sembra possedere il popolo cattolico di questi tempi. Ma saranno davvero arrivati i “Tempi Ultimi”? E come dobbiamo prepararci ad accoglierli?

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intervista di Claudia Ciramicirami

Una bella persona. Questo si avverte, fin da subito, chiacchierando con lei. Colta senza esibizioni, disponibile ma non avvezza a fronzoli buonisti, riservata ma accogliente. Una di quelle persone con cui è un piacere dialogare e che è un bel dono incontrare perché ti danno lezioni importanti per la vita senza avere l’aria né la voglia di professoreggiare. Sto parlando di Rosanna Brichetti Messori, moglie dello scrittore cattolico tra i più noti al mondo, e autrice, tra gli altri, di alcuni testi mariani. E proprio intorno alla Madre di Dio, in questo Ottobre che è un mese a lei dedicato, abbiamo chiacchierato per offrire ai lettori di Papalepapale alcuni spunti di riflessione interessanti sulla fanciulla di Nazareth, a cui Rosanna Brichetti è molto legata.
La sua bibliografia, anche ad uno sguardo superficiale, dice che Maria è una presenza importante nella sua vita. Quando lo è diventata?
Ho avuto una formazione cattolica, nella Lombardia profonda,  ovviamente preconciliare. Così,  fin da bambina  sono cresciuta in una atmosfera impregnata di devozione mariana. Poi, con il passare del tempo sono diventata sempre più cosciente del ruolo importante svolto da Maria nella vita di ogni cristiano. Ma forse solo negli ultimi anni ho colto appieno che cosa davvero devo a colei che è Madre di Gesù e Madre nostra. Mi sono infatti resa conto, esperienze concrete  alla mano, di come la sua presenza sia stata decisiva in alcuni snodi fondamentali della mia vita: quando in gioventù ho rischiato di perdere la fede e quando, un po’ di anni più tardi, Sessantotto aiutando,  ho corso il serio pericolo di farmi inquinare  dalle ideologie liberal-progressiste.

Apparizioni e “segni mariani”: quanto contano nella vita di un credente?

Uno dei quaderni del Timone, scritto da Rosanna Brichetti.
Uno dei quaderni del Timone, scritto da Rosanna Brichetti.
Ha un marito “innamorato” delle apparizioni avvenute a Lourdes. Possiamo dire che anche nella sua vita c’è un’inclinazione particolare verso qualche evento mariano?
Sì, anch’io come Vittorio  sono appassionata di apparizioni. Appassionata, non fanatica. Appassionata perché le considero un dono che Dio ci fa e che per questo dobbiamo considerarle con l’attenzione che meritano. Così, ho cercato di approfondire soprattutto quelle degli ultimi due secoli, quelle ufficialmente riconosciute dalla Chiesa, scoprendo che, pur diverse tra loro, esse in realtà hanno degli elementi in comune. C’è come una sorta di filo rosso che collega Rue du Bac, La Salette, Lourdes, Pontmain, Fatima, Kibeho… Questa nostra epoca moderna e post moderna espone la fede a molti pericoli. Così, il  Cielo si apre e Maria interviene con la missione di aiutarci a ricordare e di insegnarci a vivere, come ha detto a Kibeho, “il Vangelo dimenticato”.
Evito la domanda su Medjugorie o su altre apparizioni in corso perché non ancora riconosciute. Oggi, però, c’è un cattolicesimo popolare che, utilizzando le nuovissime forme di comunicazione, sembra dare molto credito a presunti messaggi “mariani”. Forse anche più credito di quello dato alla Parola di Dio o al Magistero. In questa situazione, secondo lei, cosa si può salvare e cosa invece rigettare?
Dobbiamo capire bene che se un messaggio mariano è autentico, non solo non si oppone alla Rivelazione o al magistero,  ma anzi ha il compito di renderci più facile la loro comprensione. Non c’è dunque opposizione ma sinergia tra devozione mariana e autentica fede cristiana. Maria è al servizio del Figlio. Ciò che si allontana da questa prospettiva è certamente da rigettare.

Ma sono davvero arrivati gli ultimi tempi?

"Ecco tua madre", edito da Fede e Cultura.
“Ecco tua madre”, edito da Fede e Cultura.
C’è un terrore da “fine del mondo” che ciclicamente attraversa il sentire cattolico. Profezie, visioni, messaggi… tutto concorre a creare un clima di panico o, per lo meno, di ansia. Avendo scritto di Maria e di apparizioni, condivide questo sentimento? Siamo davvero giunti agli “ultimi tempi”?
 Non so se questi siano davvero gli “ultimi tempi”. Gesù stesso (con una delle parole più enigmatiche del Vangelo) ha detto di non sapere neppure Lui né il giorno né l’ora. In ogni caso anche se ciò fosse, non vedo il motivo di entrare in un clima di ansia o addirittura di panico. La fine della storia, con il trionfo di Cristo e la trasfigurazione nostra e del mondo è ciò che in realtà dovremmo aspettare con gioia. Il problema grave è un altro.  Ignazio Silone diceva: << I  cristiani attendono  il ritorno di Cristo, la risurrezione nostra e dell’umanità intera  con la stessa indifferenza con cui si aspetta il tram>>. In ogni caso la nostra vita è poco più che un soffio e dunque la fine, almeno del nostro di tempo, prima o poi ci sarà. E dunque a questo sì, dovremmo sempre cercare di essere preparati.
Da quale timore sente che il suo rapporto con la Madre di Dio l’ha liberata?
No, non credo da un timore particolare. Piuttosto il suo potere di intercessione presso Gesù mi conforta e la sua protezione mi rassicura, perché mi dà la certezza che c’è un cuore di madre che veglia sempre su di me, qualunque cosa accada.

Preghiera e sapienza umana

Dedicato all'apparizione in Rue du bac
Dedicato all’apparizione in Rue du bac
Prega molto? E che consiglio si sente di poter dare ad altre donne cattoliche riguardo alla vita spirituale?
La mia preghiera è un po’ cambiata nel corso degli anni perché ho capito che ciò che conta non è solo recitare formule (pur importanti, se non sacre, a cominciare dall’Ave Maria) ma è  raggiungere un atteggiamento interiore, costante,  di preghiera. Cioè, anche in mezzo agli impegni che costellano la nostra vita, restare nel profondo del nostro cuore sempre aperti al Divino che ci manifesta la sua volontà proprio attraverso il succedersi degli accadimenti quotidiani. Sempre pronti ad adeguarci, naturalmente. Mi pare che il Vangelo intenda questo quando ci dice che dobbiamo pregare in continuazione. In questo mi ha aiutato molto sant’ Escrivà de Balaguer quando dice che dobbiamo essere “contemplativi nel mondo”. Né io né mio marito facciamo parte di gruppi, comunità, movimenti : vorremmo esse  “cattolici” puri e semplici, senza alcuna etichetta, pur apprezzando e cercando di aiutare chi ha invece storie diverse. Viva la ricchezza del pluralismo cattolico! Questo precisato, devo dire che, più lo conosco, più l’insegnamento del fondatore dell’Opus Dei  mi sembra profondo e attuale, adatto al nostro tempo.
Con il marito e celebre scrittore cattolico, Vittorio Messori.
Con il marito e celebre scrittore cattolico, Vittorio Messori.
Ha tre lauree, una profonda cultura e, come scrittrice, si è occupata di Maria. Ha mai pensato che – nella sua situazione – è più complicato approcciarsi alla semplicità della fanciulla di Nazareth? Lo ha mai sentito come un handicap?
Beh  precisiamo innanzitutto che la  mia presunta “profonda cultura”, è una sorta di leggenda che Vittorio  si diverte ad alimentare, pur avendo avuto davvero il privilegio di molti anni universitari. Ha comunque presente quel passo evangelico in cui Gesù riangrazia il Padre perché ha svelato i segreti del Regno ai piccoli e li ha nascosti ai sapienti e agli intelligenti? C’è una grande differenza tra quel poco o tanto di sapienza che possiamo accumulare sui libri e quella che è dono dello Spirito. Ed è quest’ultima che dobbiamo inseguire. Tutto il resto alla fin fine conta ben poco. Non a caso mio marito ed io amiamo tanto quella piccola analfabeta, alta 1,40, che noi chiamiamo affettuosamente Berny e che stava dalle parti di Lourdes …

Maria e le cattoliche di oggi: quale rapporto?

Credere per vivere. La fede e i suoi interrogativi sempre presenti nella sua ricerca.
Credere per vivere. La fede e i suoi interrogativi sempre presenti nella sua ricerca.
Oggi le donne cattoliche sembrano essere “divise” tra le istanze femministe mutuate dalla cultura dominante, magari addolcite, e il ritorno ad una nuova idea di “sottomissione”, recuperata dalle lettere paoline ma rivisitata ad opera di Costanza Miriano. Guardando a Maria, lei cosa pensa della donna? Che tipo di modello crede che possa offrire alle donne di oggi?
Per noi donne Maria è un modello eterno. Ma non nel senso che  si debba riprodurre la sua vita di casalinga  di duemila anni fa. E’ chiaro che ci sono stati dei cambiamenti vistosi  e che ancora ci saranno nel ruolo femminile. Ciò che conta  e che rimane nel tempo è invece il suo atteggiamento verso il Divino. La sua apertura completa e immediata, sempre, non solo al momento dell’Annunciazione, alla volontà del Padre e del Figlio, quel suo lasciarsi plasmare dallo Spirito. In questo senso  è modello per tutti, anche per gli uomini. A noi donne,  Maria suggerisce in più quell’atteggiamento di accoglienza che porta il Divino in terra. Gesù per incarnarsi ha “voluto” passare attraverso un utero femminile. Dobbiamo riflettere molto su questo. Ogni donna, nella sua natura stessa, se vuole, ha questa possibilità di generare vita fisica ma anche spirituale e ne deve diventare cosciente, sempre più cosciente nel corso della sua vita. Questa è la vera “sottomissione”: non rinunciare mai, in nome di ideologie di ogni tipo, a vivere la propria femminilità profonda, la vocazione originaria che è quella dell’accoglienza,  del  porsi al servizio dell’amore e della vita.

Principi non negoziabili e l’attesa del futuro

Un recente caso di cronaca: il piccolo Shane, poi morto naturalmente dopo qualche ora dal parto, accolto dalla sua famiglia, nonostante già si sapesse che non ce l'avrebbe fatta. Il bimbo, prima di morire, è stato battezzato.
Un recente caso di cronaca: il piccolo Shane, poi morto naturalmente dopo qualche ora dal parto, accolto dalla sua famiglia, nonostante già si sapesse che non ce l’avrebbe fatta. 
Suo marito ha sempre prediletto, rispetto alla battaglia per i principi non negoziabili, una più forte affermazione delle ragioni della fede, le uniche, secondo lui, su cui insistere davvero perché se non c’è la fede diventa complicato trovare il modo di parlare di no all’aborto, all’ eutanasia, etc. ad un società sempre più secolarizzata. E’ d’accordo con lui?
Sì, anch’io sono d’accordo sul fatto che l’annuncio della fede e la ricerca della ragionevolezza del credere debba precedere la  morale, che è solo  una conseguenza della “ scommessa “ sulla divinità di Gesù.  Questo non significa che non ci si debba battere per difendere i cosiddetti principi non negoziabili ma sempre tenendo presente che solo la prospettiva di fede ti fa capire davvero dove si radichino le esigenze e insieme la bellezza dell’etica  cattolica. E ti dà, inoltre,  la forza per metterla in pratica.  Se non giungi a capire che cosa significhi quell’amore che Gesù propone come meta non puoi davvero comprendere perché il matrimonio può e deve essere indissolubile, perché ogni bimbo, anche quello con gravi handicap, abbia diritto alla vita, perché si possa apprezzare l’esistenza anche quando umanamente sembra essere diventata del tutto inutile e insopportabile.
Un altro libro di Rosanna Brichetti Messori.
Un altro libro di Rosanna Brichetti Messori.
Scrittrice e attuale collaboratrice de Il Timone. I suoi impegni per il futuro?
I miei impegni futuri? Non dimentichi che ho superato quella soglia dei 70 di cui parla il salmo 90, ha presente?  A quest’età credo  che l’impegno principale debba essere prepararsi a ben morire. Del resto, sto con Vittorio che come secondo libro dopo il boom inatteso e clamoroso del suo primo libro, Ipotesi su Gesù, resistette a ogni pressione editoriale e professionale, rifiutando ogni proposta delle molte che piovevano da ogni parte. Tacque per sei anni e alla fine sconcertò i lettori uscendo con un libro “terribile” con un titolo altrettanto terribile: Scommessa sulla morte. Aveva solo 40 anni,era in piena forza e salute, eppure aveva voluto  “portarsi avanti”, fare una volta per tutte i conti con un destino che attende tutti. Per quanto mi riguarda, alla mia età cerco di vivere alla giornata, mettendo a frutto quel po’ di esperienza che ho  accumulata anche in campo spirituale. Sa, io dai trenta ai sessant’anni ho fatto poco perché ero più o meno costantemente ammalata. Poi sono stata meglio e ho ricominciato a scrivere, articolo dopo articolo, libro dopo libro. Continuerò così, finché Dio vuole. E se non vuole: beh, Lui sa infinitamente meglio di me dove stia  il mio bene.
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