DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

"La prof non fu omofoba": l'Ufficio scolastico chiude il caso. Ma nessun titolo in prima pagina

Adele Caramico, docente dell'istituto Pininfarina di Moncalieri, era stata accusata di aver tenuto una "lezione anti-gay", affermando tra l'altro "gli omosessuali non sono persone normali e possono essere guariti". Le autorità scolastiche dopo l'inchiesta affidata al preside: "L'insegnante ha dato conto di tutte le opinioni sull'argomento"  


Nessun atteggiamento omofobo, nessun alterco con un allievo omosessuale, le opinioni sui "gay persone non normali, che si possono curare e guarire" alternate a quelle di segno opposto. La contestata "lezione omofoba" della professoressa Adele Caramico, insegnante di religione dell'istituto Pininfarina di Moncalieri, che aveva provocato una pioggia di critiche a partire da quelle dell'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, non c'è stata; e, soprattutto, "Non  ci  sono  riscontri  di  elementi  aventi  rilevanza disciplinare". E' quanto afferma l'Ufficio scolastico regionale per il Piemonte, in una nota congiunta con lo stesso istituto Pininfarina, in seguito agli "accertamenti eseguiti dal professor Stefano Fava, dirigente scolastico dell’istituto", che ha sentito gli alunni della classe, lo studente protagonista della discussione con la docente e la stessa professoressa Adele Caramico che a "repubblica" aveva spiegato: "Non sono omofoba ma ripeterei quelle parole".

Nel comunicato si afferma che "la  lezione  di  religione  è  iniziata  regolarmente,  con  la  richiesta  agli studenti  di  scrivere  delle  riflessioni  sulla  bioetica  e,  in  seguito  ad  una  loro  insistente richiesta  formulata  circa  mezz'ora  dopo,  la  professoressa  ha  affrontato  in  modo appropriato il tema dell'omosessualità. Il dialogo è proseguito con un gruppo di due o tre  ragazzi, mentre il resto della classe procedeva con lo svolgimento del compito assegnato. Le diverse posizioni emerse durante la conversazione rispecchiano il dibattito corrente nella società italiana circa il tema in discussione. Dalle testimonianze dei ragazzi si riscontra che il dialogo si è svolto con serenità, con toni e termini propri di un ambiente scolastico e della sensibilità degli studenti". 

Non  si  sono  evidenziati, aggiunge la nota, "fenomeni  di  coercizione  o  proselitismo  da  parte  della professoressa,  che  durante  il  dialogo  non  ha  abusato  del  proprio  ruolo  né  ha  tenuto comportamenti  offensivi,  ma  ha  svolto  la  propria  funzione  educativa  nel  rispetto  dei diritti e della dignità degli studenti". Conclusione, "il dibattito in corso è delicato e coinvolge tutta la
società; la scuola, luogo in cui i nostri ragazzi crescono e si formano, non può restare fuori dal contesto sociale ma deve essere teatro di democrazia nel quale questi temi devono essere affrontati e dibattuti. È intenzione di questo ufficio, in accordo con il dirigente scolastico, di organizzare nei prossimi mesi un seminario formativo e informativo, che aiuti il sistema scolastico ad affrontare in modo sempre più adeguato i temi della diversità". 

La Repubblica 24 Novembre