DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Il Papa: Bisogna annunciare la Buona Novella, non piegarsi alle fantasie degli uomini. Molte volte ci stanchiamo di rispondere, senza renderci conto che i nostri interlocutori non cercano risposte. Bisogna annunciare, andare avanti, porre interrogativi


DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AGLI 
ECC.MI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELLA SVIZZERA,
IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"
Lunedì, 1° dicembre 2014


La missione dei laici nella Chiesa ha, di fatto, una notevole importanza, poiché essi contribuiscono alla vita delle parrocchie e delle istituzioni ecclesiali, sia come collaboratori sia come volontari. È bene riconoscere e sostenere il loro impegno, pur mantenendo la chiara distinzione tra il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio del servizio. Su questo punto, vi incoraggio a proseguire la formazione dei battezzati rispetto alle verità di fede e al loro significato per la vita liturgica, parrocchiale, familiare e sociale e a scegliere i collaboratori con cura. In tal modo permetterete ai laici di inserirsi veramente nella Chiesa, di occuparvi il posto che spetta loro e di rendere feconda la grazia battesimale ricevuta, per andare incontro insieme alla santità e operare per il bene di tutti.

La missione ricevuta dal Signore ci invita inoltre ad andare incontro a coloro con i quali entriamo in contatto, anche se nella loro cultura, nella loro confessione religiosa o nella loro fede si distinguono da noi. Se crediamo all’azione libera e generosa dello Spirito, possiamo comprenderci bene gli uni gli altri e collaborare per servire meglio la società e contribuire in modo deciso alla pace. L’ecumenismo è un contributo non soltanto all’unità della Chiesa, ma anche all’unità della famiglia umana (cfr. Evangelii gaudium, n. 245). Favorisce una convivenza feconda, pacifica e fraterna. Nella preghiera e nell’annuncio comune del Signore Gesù dobbiamo però fare attenzione a permettere ai fedeli di tutte le confessioni cristiane di vivere la loro fede in maniera inequivocabile e libera da confusione, e senza ritoccare cancellando le differenze a scapito della verità. Quando, per esempio, con il pretesto di un certo andarsi incontro dobbiamo nascondere la nostra fede eucaristica, non prendiamo sufficientemente sul serio né il nostro patrimonio, né quello del nostro interlocutore. Allo stesso modo, nelle scuole l’insegnamento della religione deve tener conto delle particolarità di ogni confessione.

Il Vangelo possiede una propria forza originaria di fare proposte. Spetta a noi presentarlo in tutta la sua ampiezza, renderlo accessibile senza offuscarne la bellezza né affievolirne il fascino, affinché raggiunga le persone che si devono confrontare con le difficoltà della vita quotidiana, che cercano il senso della propria vita o che si sono allontanate dalla Chiesa. Deluse o abbandonate a se stesse, si lasciano tentare da modi di pensare che negano consapevolmente la dimensione trascendente dell’uomo, della vita e dei rapporti umani, specialmente dinanzi alla sofferenza e alla morte. La testimonianza dei cristiani e delle comunità parrocchiali può davvero illuminare il loro cammino e sostenere la loro ricerca di felicità. E così la Chiesa in Svizzera può essere più chiaramente se stessa, Corpo di Cristo e popolo di Dio, e non solo una bella organizzazione, un’altra ong.

Cari Fratelli, la Chiesa proviene dalla Pentecoste. Al momento della Pentecoste, gli apostoli uscirono e si misero a parlare tutte le lingue, potendo così manifestare a tutti gli uomini, attraverso la forza dello Spirito Santo, la loro fede viva in Cristo risorto. Il Redentore ci invita sempre nuovamente a predicare il Vangelo a tutti. Bisogna annunciare la Buona Novella, non piegarsi alle fantasie degli uomini. Molte volte ci stanchiamo di rispondere, senza renderci conto che i nostri interlocutori non cercano risposte. Bisogna annunciare, andare avanti, porre interrogativi con la visione apostolica mai superata: «Questo Gesù Dio l’ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni» (At 2, 32).