DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

IN GRAN BRETAGNA PARTE LA CAMPAGNA SALUTISTA E PUNITIVA DI DAVID CAMERON: PER OBESI, ALCOLISTI E TOSSICODIPENDENTI CHE NON SI FANNO “AIUTARE”, VIA L’ASSEGNO MENSILE DELLO STATO



Fabio Cavalera per il “Corriere della Sera”

Sei obeso? Niente welfare se rifiuti di fare ginnastica e di sottoporti alle terapie mediche per ritrovare la forma e la salute. Alzi il gomito e diventi alcolista? Stessa regola. Usi le droghe? A maggior ragione: via ogni assegno mensile dello Stato. La cura che David Cameron mette sul piatto per aggiustare il bilancio è destinata a lasciare il segno nella campagna per il voto del prossimo 7 maggio. La giungla dei benefici pubblici garantiti è un fardello di spesa che vale 94 miliardi di sterline (127 miliardi di euro) all’anno. Troppo.


E così il premier britannico propone una nuova e consistente sforbiciata. E’ una battaglia di principio per i conservatori ed è una strada obbligata per qualsiasi governo presente e futuro che intenda riportare le finanze sotto controllo.

Solo che l’ultima uscita di David Cameron risulta quanto mai controversa e può avere diverse chiavi di lettura. Una su tutte: colpisce unicamente le famiglie meno abbienti? Il titolare di Downing Street ritiene che vi sia una estesa platea di «furbetti» che, avendo un reddito al di sotto delle 26 mila sterline (35 mila euro), il tetto oltre il quale si congelano le coperture assistenziali di Stato, reclama l’assegno ma nulla fa, sia pure sollecitata dalle strutture sanitarie, per guarire le patologie invalidanti dell’obesità, dell’alcolismo, della droga.


In pratica, il malato intasca il contributo pubblico di 100 sterline alla settimana (135 euro), che sommato a contributi di altro genere può arrivare a 500 sterline (670 euro), però continua a disattendere, pensiero di Cameron, le prescrizioni dei medici. Prendi i soldi e scappa. E allora occorre cambiare registro.
La morale del primo ministro è che sarà obbligatorio dimagrire e seguire i trattamenti suggeriti dal servizio sanitario. Chi si sottrarrà perderà il welfare. E lo stesso discorso si applicherà agli alcolisti e ai tossici.

E’ giusto? Che le politiche sociali, le cui fondamenta risalgono agli inizi del Novecento, siano diventate un pozzo senza fondo di regali anche a favore di chi non ne ha titolo è un dato accettato a destra e sinistra. L’opinione pubblica chiede il ridimensionamento drastico degli sprechi. E una prima riforma è scattata nel 2013 con la scrematura degli assegni pubblici. Non è sufficiente. I tory e Downing Street insistono che si deve intervenire con maggiore severità: la welfare-dipendenza è una distorsione che va riparata.


Ci sono in ballo, dal 2016, tagli per 12 miliardi di sterline (16 miliardi di euro) e i contributi di malattia a favore di obesi, alcolisti e drogati sono un capitolo di questa inevitabile revisione complessiva di spesa. Che poi si colpiscano solo i «furbetti» a basso reddito e non anche i «furboni» ad alto reddito che evadono le tasse portando i soldi nei paradisi fiscali è materia di attacchi a Cameron e ai conservatori, portati insieme dai laburisti e dallo Ukip di Farage, moschettiere dei meno abbienti. Al di là delle ricette, il generoso welfare britannico resta un carrozzone da ricostruire.