DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Libertà religiosa e persecuzione dei cristiani



di Marco Nozzoli, 23 marzo 2015
Nel mondo il diritto alla libertà religiosa è sempre più spesso negato e le persecuzioni dei cristiani sono in forte aumento.
Lo ha confermato Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS)che si occupa di assistenza ai cristiani perseguitat e di difesa del diritto alla libertà religiosa.
Nell’edizioni 2014 del loro rapporto, che copre il periodo che va da ottobre 2012 a giugno 2014, sono stati analizzati 196 paesi. In 116 sono stati registrati crescenti attacchi alla libertà religiosa. Al rapporto è allegato inoltre un Focus che contiene una graduatoria dei paesi presi in considerazione realizzata valutando sia gli episodi di violenza a sfondo religioso, sia altri indicatori quali il diritto alla conversione, a praticare la fede, a costruire luoghi di culto e a ricevere un’istruzione religiosa. Nella mappa geografica disegnata dall’Acs, sono 20 i Paesi identificati come luoghi di elevato grado di violazione della libertà religiosa, dove cioè la libertà religiosa non esiste.
 
In base all’analisi suddivisa per macro aree, l’Asia conferma il triste primato di continente in cui la libertà religiosa è maggiormente violata.In Africa, inoltre, si rileva negli ultimi anni un significativo peggioramento dell’intolleranza collegata al radicalismo fondamentalista ma anche l’Europa occidentale e le Americhe sono caratterizzati da un non pieno rispetto del diritto alla libertà religiosa.
Le conclusioni del Rapporto ACS confermano, come sempre più spesso evidenziato dai media internazionali, che è in atto una crescente ondata di violenza, mirata a marginalizzare le minoranze religiose, e che, tra queste, quella cristiana rimane la più colpita nel mondo. Il Medio Oriente tra l’affermazione dello Stato islamico e il crescente fenomeno delle migrazioni di massa: ai cristiani - si legge nel rapporto - è stato chiesto di scegliere tra la conversione all’islam e l’esilio. E così, quasi nessuno dei circa 30mila cristiani presenti in città, è rimasto e - per la prima volta in 1.600 anni - a Mosul non è stata celebrata la Messa domenicale. Le minoranze religiose mediorientali vanno riducendosi già da molti anni. Ad esempio, il numero di cristiani in Siria è passato da 1,75 milioni dei primi mesi del 2011, agli appena 1,2 milioni nell’estate del 2014, con un calo di oltre il 30% in tre anni. In Iraq, la diminuzione è stata ancora più evidente. 
Come abbiano già detto qui, sul sito persecution.org è possibile monitorare quotidianamente, nazione per nazione, i casi di persecuzione dei cristiani. La mappa che segue riporta la situazione globale riferita al mese di marzo 2015, indicando tipologia (uccisioni, violenze, discriminazioni, arresti, assalti alle chiese) e localizzazione degli eventi.
Un altro dato di particolare rilievo è contenuto nel sito opendoorsusa.org: in media ogni mese 322 cristiani vengono uccisi nel mondo a causa della loro fede, 214 fra chiese ed edifici di proprietà di cristiani sono distrutti o danneggiati e 722 sono gli atti di violenza perpetrati nei loro confronti.
Un rapporto molto completo sulla persecuzione dei cristiani nel mondo è il World Watch List che elenca 50 paesi secondo l’intensità della persecuzione che i cristiani affrontano per il fatto di confessare e praticare attivamente la loro fede. E’ compilato da analisti di Porte Aperte specialisti della persecuzione, ricercatori ed esperti sul campo operativo e indipendenti all’interno dei vari paesi.
Vi proponiamo una sintesi dei cambiamenti avvenuti nel rapporto 2015 rispetto a quella dell’anno precedente, ricordandovi che il periodo coperto va dal 1 Novembre 2013 al 31 Ottobre 2014.
  • Decisamente cresce la persecuzione dei cristiani nel mondo, persino in posti dove non era così marcata nel recente passato, come in alcune regioni dell’Asia, dell’America Latina e specialmente dell’Africa Subsahariana. Si conferma anche quest’anno l’estremismo islamico come fonte principale (non l’unica) di tale persecuzione, ma assume nuove e inattese forme, come i califfati dell’IS in Siria e Iraq e di Boko Haram in Nigeria. Entrano nella top 10 altri 3 stati africani, Sudan, Eritrea e Nigeria, segno che l’Africa è sempre uno scenario centrale della persecuzione anticristiana.
  • Appare chiaro che l’estremismo islamico abbia due centri di gravità globali: uno nel Medio Oriente arabo e l’altro nell’Africa subsahariana, e persino in stati a maggioranza cristiana i credenti stanno sperimentando un livello senza precedenti di esclusione, discriminazione e violenza. Ma l’estremismo islamico non è l’unica fonte di persecuzione: crescono infatti i problemi legati ai cristiani che vivono sotto regimi dittatoriali (seconda fonte) ma anche la criminalità organizzata.
  • A proposito di dittatori, la Corea del Nord è ancora al °1 posto per il 13° anno consecutivo. Le stime sui cristiani imprigionati negli campi di prigionia nordcoreani non cambiano: tra i 50.000 e i 70.000.
  • Impressiona l’imponente fenomeno dei rifugiati/profughi in fuga da paesi come Siria, Iraq, ma anche Nigeria e altri paesi africani. Tutto ciò sta inevitabilmente cambiando anche la geografia cristiana dei paesi. Le new entry della WWList di quest’anno sono Messico, Turchia e Azerbaigian.
  • Nel 2014, i paesi dove i cristiani hanno sperimentato maggiore violenza sono stati in questo ordine: Nigeria, Iraq, Siria, Repubblica Centrafricana, Sudan, Pakistan, Egitto, Myanmar, Messico e Kenya. Secondo le nostre stime, 4.344 cristiani sono stati uccisi per ragioni strettamente collegate alla loro fede, mentre almeno 1.062 chiese sono state attaccate per la stessa ragione.


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